venerdì , 17 Maggio 2024
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Law e Charlton ricordano le sfide fra Scozia e Inghilterra

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Stasera andrà in scena la sfida fra Scozia e Inghilterra, le più antiche nazionali e anche le più antiche rivali della storia del calcio, e due grandi leggende del Manchester United come Denlis Law e Sir Bobby, che hanno scritto la storia delle due rispettive nazionali, hanno raccontato i propri aneddoti su questo speciale derby britannico.

Intervistati da ManUtd.com, Law e Charlton hanno raccontato le sensazioni speciali che provavano durante questa affascinante sfida, non senza un pizzico di nostalgia per i loro tempi.

Denis Law (Scozia – 55 presenza, 30 goal)

“Penso che sia bello che sia stata di nuovo organizzata una sfida fra Scozia e Inghilterra. Ovviamente, questa gara c’è stata anche l’anno scorso a Wembley. Sono contento che ci sia di nuovo. È la sfida più antica della storia del calcio e, quindi, è stata una delusione per i tifosi non vedere Inghilterra e Scozia sfidarsi per tanti anni, perché questa è una sfida diversa dalle altre.”

“Per la Scozia, giocare contro altre squadre non è la stessa cosa di giocare contro l’Inghilterra, e sono sicuro che anche i giocatori e i supporter inglesi sono d’accordo. C’è molto più entusiasmo ora che c’è Gordon Strachan in carica [come CT della Scozia] e Shaun Maloney ha segnato un bellissimo goal Sabato contro la Repubblica d’Irlanda, è un ottimo giocatore.”

“Ai miei tempi, i miei compagni di squadra dello United, [Sir] Bobby [Charlton], Nobby [Stiles] e Steppers [Alex Stepney], diventano miei nemici per un’ora e mezza; soltanto durante la partita. Dopo, diventavamo di nuovo migliori amici e bevevamo una birra insieme. Come potete immaginare, Nobby [Stiles] non è stato il giocatore più calmo e tranquillo al Mondo, in particolare per la sua vista. Non riusciva a vedere chi stava prendendo a calci!”

“Quand’ero un giovane ragazzo di 15 anni, giocare contro l’Inghilterra con la Scozia era il mio sogno e qualche anno dopo si è avverato. Giocare per il proprio paese è la cosa più grande si possa fare. Non importa con chi si gioca, si vuole vincere a tutti i costi.”

“Abbiamo giocato diverse volte contro l’Inghilterra, ma non siamo riusciti a qualificarci per la Coppa del Mondo quando è stata organizzati qui [in Inghilterra nel 1966]. Fu una grossa delusione perché la Scozia aveva un’ottima squadra e sarebbe stato bello giocare nel torneo del 1966. Quando abbiamo giocato contro l’Inghilterra l’anno dopo, abbiamo vinto e la stampa in Scozia ci chiamava ‘Campioni del Mondo’.  È stato fantastico!”

Sir Bobby Charlton (Inghilterra – 106 presenze, 49 goal)

“Feci il mio debutto con l’Inghilterra proprio contro la Scozia, ad Hampden Park, nel 1958 e non c’erano tifosi inglesi, neanche uno! I tifosi della Scozia ebbero a disposizione tutto lo stadio.”

“Billy Wright era il nostro capitano e mi disse: ‘Bobby, guarda quella grande, grande tribuna dietro la porta. Se la Scozia segnerà, nessuno di loro sarà in grado di alzare le braccia al cielo perché sono tutti ammassati lì”. Così, quando la Scozia ‘segnò’ in fuorigioco, vidi che Billy aveva ragione… Si muovevano solo le teste dei tifosi [mentre andavano su e giù]. Non lo dimenticherò mai! Dovevano esserci circa 60.000 tifosi in quella tribuna.”

“Alla fine, vincemmo la partita 4-0 e io segnai il terzo goal, servito da Tom Finney. Da attaccante, avevo il sostegno di Finney e sapevo già cosa stava per fare. Cercava spesso di superare il terzino – lo ha sempre fatto perché era difficile togliergli la palla, era semplicemente sensazionale. Poi si portava sempre la palla sul sinistro, andando verso la linea di fondo, creava sempre pericolo alla difesa avversaria. Alla fine, metteva dentro dei bei cross, dando modo [agli attaccanti] di intervenire di testa. Il mio goal arrivò in questo modo.”

“Ho pensato: ‘Tommy Finney sta per crossare la palla verso di me!’ e ho spedito la palla dentro. Ero così contento perché, quando ero un ragazzino, viaggiavo per veder giocare Stanley Matthews al Newcastle e mi sarebbe piaciuto vedere anche Finney quando era lì.”

“Quando stavamo tornando nella nostra metà campo per il calcio d’inizio [dopo il mio goal], tutti i compagni mi dissero: ‘Ben fatto, Bobby’ e anche il portiere della Scozia si avvicinò a me e disse: ‘bel goal’. Il suo nome era Tommy Younger e gli dissi soltanto: ‘grazie mille’. ma mi bloccai perché non mi sarei mai aspettato ciò da un avversario.”

“Amavo giocare le partite internazionali a quei tempi. Ci piaceva sempre giocare tre partite contro Scozia, Irlanda e Galles a fine stagione ed erano sempre grandi partite.”

Marco Antonucci

Bio di Red Army Italy

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