lunedì , 6 Maggio 2024
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Dieci anni di Wayne Rooney: storia di una leggenda

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Sono passati la bellezza di dieci anni da quel 31 Agosto 2004, quando Sir Alex Ferguson decise di accontentare la richiesta di un ragazzino dell’Old Trafford, autore del famoso messaggio “Please, buy Rooney”, acquistando uno dei più grandi talenti emergenti di allora: un giovanissimo Wayne Rooney. Ripercorriamo la meravigliosa carriera di Wazza con la maglia del Manchester United.

Il suo nome oggi è conosciuto ormai come sinonimo di Leggenda del Manchester United, ma questo titolo lo ha conquistato versando litri di sudore, dispensando magie e correndo, correndo e ancora correndo come un matto in ogni partita, senza mai lasciarsi andare ai consueti attimi di relax che i giocatori dotati di una tecnica straordinaria come la sua possono permettersi.

Ha dimostrato di poter segnare valanghe di reti, con un fiuto del goal da vero bomber. Ha dimostrato di avere una tecnica ed una visione di gioco seconde a nessuno. Ha dimostrato di esserci sempre, di riuscire sempre a mettere il proprio zampino anche nelle partite più dure, più difficili.

Ma, nonostante tutto ciò, ha sempre conservato l’umiltà e la pazienza di quei classici giocatori che sono disposti a giocare in ogni zona del campo, sbattendosi come e più di tutti gli altri giocatori messi in campo. Rooney è un giocatore speciale, un giocatore che già a 16 anni dimostrò di avere la stoffa del fuoriclasse.

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Era il 19 Ottobre 2002. L’Arsenal, campione d’Inghilterra in carica, fa visita all’Everton al Goodison Park. Siamo nei minuti finali, il punteggio è inchiodato sull’1-1 e pochi si aspetterebbero che a poterlo sbloccare siano propri i Toffees. Un giovane ragazzo di Liverpool, appena sedicenne, controlla magnificamente un pallone che spiove dall’alto. Si gira rapidamente e, senza pensarci su due volte, calcia direttamente in porta, superando imparabilmente David Seaman.

Quel ragazzo è proprio Wayne Rooney. Mentre il Goodison Park esplode di gioia, il famoso commentatore inglese Clive Tyldesley pronunciò queste profetiche parole: “Remember the name: Wayne Rooney!”. E quel nome se lo ricordò bene anche Sir Alex due anni più tardi, quando decise di sborsare ben 25.6 milioni di £ per assicurarsi le prestazioni dell’allora diciottenne talento inglese.

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Rooney non deluse le attese e si presentò col botto al suo debutto con la maglia del Manchester United. Sir Alex Ferguson lo lancia come titolare nel match di UEFA Champions League contro i turchi del Fenerbahçe. Una mossa che potrebbe sembrare azzardata, ma Wazza diventa subito l’idolo dell’Old Trafford segnando un’indimenticabile tripletta. I tifosi sono già pazzi di lui.

Anche il suo primo goal in campionato sarà indimenticabile. Il 24 Ottobre 2004, proprio nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, l’Arsenal – che veniva dalla spaventosa striscia di 49 risultati utili consecutivi in campionato – fa visita allo United in un match che si rivelerà infuocato, sia dentro al campo che fuori. Siamo nella parte finale di gara, il risultato è bloccato sullo 0-0 e il match sembra aperto ancora a qualsiasi esito, ma proprio Rooney si procura il calcio di rigore che, trasformato da Ruud van Nistelrooy (che vendicò l’errore della stagione precedente), sblocca finalmente il punteggio.

E a scrivere la parola “fine” alla gara ci pensa lo stesso Rooney, che deposita in rete la palla del definitivo 2-0 ed esplode di gioia sotto la Stretford End per quello che sarà un risultato che passerà alla storia. Mesi dopo, Wazza si toglierà anche la soddisfazione di segnare il goal definitivo 1-0 contro l’odiato Liverpool ad Anfield, proprio sotto la Kop, con una potente conclusione da fuori. E c’è anche il suo zampino nelle successive vittorie ad Highbury contro l’Arsenal (assist per il goal di Ryan Giggs) e nel derby, sempre in trasferta, contro il Manchester City (goal e autorete procurata).

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Il 24 Aprile 2005, poi, realizza un goal da leggenda contro il Newcastle United, esibendosi in una straordinaria conclusione volante che non lascia scampo neanche ad un portiere esperto come Shay Given. La stagione si conclude senza trofei, con la deludente e immeritata sconfitta nella finale di FA Cup contro l’Arsenal ai calci di rigore (dove Rooney realizza il suo penalty).

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Ma il primo successo arriva nella stagione seguente, dove lo United torna a vincere la Football League Cup dopo ben 14 anni, grazie proprio ad una doppietta dello stesso Wayne Rooney nel roboante 4-0 contro il Wigan Athletic in finale. La vittoria della Coppa di Lega è il preludio ai tanti successi che arriveranno negli anni successi, partendo proprio dal titolo conquistato nell’annata successiva: la stagione 2006/2007.

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L’addio di Ruud van Nistelrooy durante l’estate dà la possibilità a Wayne Rooney di poter ritagliarsi un ruolo chiave in attacco. Wazza, insieme a Cristiano Ronaldo, trascina i Red Devils alla conquista del sedicesimo titolo di Campione d’Inghilterra – che mancava da ben quattro anni – e si rende protagonista di una bellissima cavalcata in UEFA Champions League, dove realizza un goal nello storico 7-1 alla Roma (dopo aver già segnato all’andata) ed una doppietta da sogno nella semifinale d’andata contro il Milan.

Purtroppo, i Rossoneri hanno la meglio nella semifinale di ritorno, ma Rooney si consola realizzando un goal decisivo proprio contro il suo vecchio Everton, completando una rimonta pazzesca – da 0-2 a 4-2 – e spingendo quasi definitivamente lo United verso la conquista della Barclays Premier League. I Red Devils raggiungono grazie anche ai goal di Rooney (indimenticabile il suo magico cucchiaio al Portsmouth) pure la finale di FA Cup, persa contro il Chelsea addirittura nei minuti finali dei tempi supplementari.

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Rooney nell’estate 2007 decide di abbandonare la maglia numero 8 e di indossare il ben più pesante numero 10. Il nuovo numero di maglia porta subito fortuna a Wayne, che aiuta la squadra a prendersi la rivincita contro il Chelsea nel Community Shield di inizio stagione. I Blues vengono battuti ai calci di rigore con un incredibile 3-0, frutto delle tre parate di Edwin van der Sar, con Rooney che realizza il penalty della vittoria.

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Un match che si rivelerà un gustoso antipasto della finale di UEFA Champions League, dove lo United incontra nuovamente proprio il Chelsea. Dopo aver sconfitto i Blues in un serrato testa a testa in campionato, conquistato per il secondo anno consecutivo dai ragazzi di Sir Alex Ferguson, i Red Devils la spuntano nuovamente ai calci di rigore contro i Blues – grazie al clamoroso errore di John Terry sul rigore decisivo e alla parata di Edwin van der Sar sul penalty di Nicolas Anelka – e Wayne Rooney può così alzare, a 22 anni, il trofeo più ambito da ogni calciatore.

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La stagione successiva vede Rooney assumere un ruolo più marginale del gioco dello United, ma è proprio lui a siglare il goal-vittoria nella finale di FIFA Club World Cup contro i campioni sudamericani del LDU de Quito, laureandosi Campione del Mondo insieme allo United. In quella stagione arriveranno anche i successi nella Football League Cup e la riconferma, per il terzo anno consecutivo, del titolo di Campione d’Inghilterra. Sfortunatamente, però, Rooney e compagni non riescono a riconfermarsi campioni d’Europa, perdendo la finale di Roma contro il Barcelona.

Partita la stella Cristiano Ronaldo, insieme a Carlos Tévez, Rooney si ritrova a dover caricarsi sulle spalle l’attacco della squadra nell’annata successiva, la stagione 2009/2010, che si rivelerà anche la più prolifica della sua carriera. Rooney trascina la squadra a suon goal, senza risparmiare alcun avversario; trovando la via della rete contro club come Chelsea, Arsenal, Manchester City, Milan, Liverpool e Bayern München.

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Purtroppo, arriverà “soltanto” la seconda affermazione consecutiva nella Football League Cup (dove, manco a dirlo, è Rooney a realizzare il goal-vittoria), mentre in campionato la spunta il Chelsea soltanto per un punto di differenza e con il Bayern che, grazie soltanto alla regola dei goal in trasferta, ha la meglio sui Red Devils nei quarti di finale. A condizionare l’esito degli scontri diretti fu, soprattutto, un brutto infortunio accorso a Wayne, che lo costrinse a poter giocare soltanto parte del match di ritorno contro il club tedesco. Rooney termina la stagione con ben 34 goal realizzati.

L’annata seguente è quella che vede Rooney affrontare quello che, forse, è stato il periodo più delicato della propria carriera. Il fuoriclasse inglese, nel mese di Ottobre, annuncia la shockante decisione di voler lasciare il Manchester United. L’annuncio, oltre che ad avere momentanee ripercussioni sul rapporto con i tifosi, è accompagnato anche da una serie di brutte performance dell’attaccante inglese, che sembra il lontano parente del fuoriclasse visto all’opera fino alla stagione precedente.

Come tutti sapete, fortunatamente, la storia ha un lieto fine e Rooney decide di restare allo United. Le sue prestazioni, però, continuano a deludere e a costargli anche qualche sostituzione o, addirittura, qualche panchina. Ma il fuoriclasse inglese si fa presto perdonare. Il 12 Febbraio 2011, United e City si affrontano – per la prima volta dopo oltre 40 anni – in un derby che è considerato anche uno scontro diretto per il titolo.

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Manca meno di un quarto d’ora al termine, il punteggio è ancorato sull’1-1, e i Red Devils attaccano a testa bassa nel tentativo di trovare il goal della vittoria. Il pallone arriva a Nani sulla fascia destra, il portoghese non ci pensa su due volte ed effettua un cross verso dell’area di rigore. La traiettoria sembra leggermente imprecisa per un colpo di testa, ma si rivela ideale per la perfetta rovesciata di Wayne Rooney, che fa esplodere l’Old Trafford e i milioni di tifosi incollati di fronte alle TV e ai PC di tutto il Mondo, spedendo la palla all’incrocio dei pali e lasciando impietrito Joe Hart.

Un goal leggendario, che sembra risvegliare anche Rooney che, successivamente, segna l’importantissimo goal-vittoria a Stamford Bridge contro il Chelsea – nei quarti di finale della UEFA Champions League – e una tripletta fondamentale ad Upton Park contro il West Ham, che completò un’altra delle incredibili rimonte dello United: da 0-2 a 3-2 (poi arrivò anche il goal del definitivo 4-2, firmato da Javier Hernández).

Durante l’esultanza per la rete del 3-2, però, Rooney si rivolge alla telecamera esclamando qualche “Fuck” di troppo. La FA non si limita soltanto a multarlo, ma decide incredibilmente anche di squalificarlo per tre turni e di fargli, così, saltare il derby in semifinale di FA Cup contro il City (perso 1-0) e spegnendo anche il sogno del Treble.

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Questo non gli impedì, però, di trascinare il Manchester United alla finalissima di Wembley della UEFA Champions League, andando a segno nella semifinale d’andata contro lo Schalke 04 della futura stella del calcio tedesco, il portiere Manuel Neuer. Proprio un suo calcio di rigore, realizzato nei minuti finali contro il Blackburn, regala lo storico diciannovesimo titolo di Campione d’Inghilterra con un turno d’anticipo.

La stella di Rooney brilla (seppur solo in parte) anche nella finalissima di Wembley, realizzando il goal del momentaneo 1-1, ma ad avere la meglio è ancora una volta, purtroppo, un travolgente Barcelona.

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Archiviata l’ennesima delusione europea, Rooney riprende in mano l’attacco dello United e ritrova la propria vena realizzativa nell’annata successiva, la stagione 2011/2012. Stagione che inizia col botto, con lo United che, dopo aver conquistato il Community Shield con una straordinaria rimonta sul City, parte fortissimo in Barclays Premier League: cinque vittorie nelle prime cinque partite, con ben 21 reti realizzate, di cui ben 9 segnate da Wayne Rooney –  tre nel famoso 8-2 rifilato all’Arsenal.

Purtroppo, nonostante Rooney confermi di essere tornato al top, la stagione dei Red Devils prende una brutta piega: clamorosa eliminazione nella fase a gironi della UEFA Champions League, eliminati dal Liverpool nel quarto turno di FA Cup ed eliminati anche nella Football League Cup. Il terzo posto del girone vale allo United l’ingresso nella UEFA Europa League, dove però l’avventura termina negli ottavi contro l’Athletic Club, nonostante Wazza realizzi tre goal fra andata e ritorno.

Ma la delusione più forte arriverà paradossalmente in campionato. Quando mancano poche giornate al termine del torneo, lo United ha ben otto di vantaggio sul City e sembra avere in mano la vittoria del titolo. L’inaspettata sconfitta sul campo del Wigan ed il rocambolesco pareggio contro l’Everton, però, riaprono incredibilmente i giochi proprio in vista del derby di ritorno. Il City vince per 1-0 e si porta a pari punti con lo United, potendo contare su una migliore differenza reti che lo colloca al primo posto.

Differenza reti che consente al City di arrivare all’ultimo turno con un lieve, ma significativo vantaggio sullo United. I Citizens hanno anche il vantaggio di poter disputare l’ultimo incontro in casa contro il Queens Park Rangers, in piena lotta salvezza, mentre i Red Devils fanno visita al Sunderland. Il match dell’Etihad Stadium, però, prende una piega inaspettata. Il QPR, nonostante si ritrovi sotto all’intervallo, ribalta incredibilmente il punteggio nella ripresa e arriva al 90′ in vantaggio per 2-1. Nel frattempo, il match dello Stadium of Light si era già concluso, con lo United che aveva battuto i Black Cats grazie al 34° goal stagionale di Rooney.

Purtroppo, mentre noi tutti assaporavamo già una vittoria del titolo che avrebbe avuto del clamoroso, il City riesce nell’incredibile impresa di ribaltare il risultato nei minuti di recupero, beffando nel modo più atroce i propri rivali. Un giorno davvero nero quell’11 Maggio 2012, ma si sa: lo United non muore mai.

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Così, i Red Devils devono soltanto aspettare la stagione successiva per prendersi la tanto desiderata rivincita sui propri rivali cittadini. Nel frattempo, allo United arriva Robin van Persie, conteso dallo stesso City e dalla Juventus, dall’Arsenal. Questo comporta un nuovo cambio di posizione per Rooney, che si ritrova a dover giocare in una posizione molto più arretrata.

Fra RvP e Wazza, però, c’è molto affiatamento e proprio loro firmeranno l’importantissima vittoria in casa del Manchester City a Dicembre. Wayne Rooney una bella doppietta, che porta lo United sul 2-0. Nella ripresa, però, i Citizens si rifanno sotto e riescono a trovare il 2-2. Ma una punizione di van Persie in pieno recupero, che Rooney lascia saggiamente calciare all’olandese, firma il goal del 3-2 e lancia lo United in fuga verso quello che sarà il suo ventesimo titolo di Campione d’Inghilterra.

Nel frattempo, i rapporti fra Rooney e Ferguson sembrano deteriorarsi. Sir Alex lascia spesso in panchina il fuoriclasse inglese, che sembra non gradire il nuovo posizionamento in campo, e lo tieni fuori dall’11 titolare addirittura nel delicato match di ritorno contro il Real Madrid in UEFA Champions League. Match che, purtroppo, vede i Blancos avere la meglio per 2-1 dopo una controversa espulsione di Nani, quando il punteggio sorrideva allo United.

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Rooney raccoglierà poche presenze da qui alla fine della stagione, realizzando comunque un bellissimo goal contro il Norwich City e potendo festeggiare la vittoria del suo quinto titolo di Barclays Premier League. La grande festa per la vittoria del campionato, oltre che per la notizia dell’inaspettato ritiro di Sir Alex Ferguson, viene parzialmente rovinata dalle dichiarazioni proprio del manager scozzese, che sostiene che Rooney abbia chiesto ufficialmente la cessione.

L’addio al calcio di Fergie, con il conseguente approdo di David Moyes (proprio il manager che fece esordire Rooney con l’Everton), sembra inizialmente non bastare per evitare una cessione che molti in UK davano ormai per certa. Wayne sembrava ormai ad un passo dal nuovo Chelsea di José Mourinho, appena tornato a Londra dopo le vincenti esperienze con Inter e Real Madrid, e molti di noi stavano quasi per rassegnarsi all’idea non solo di perdere un vero e proprio gioiello, ma di vederlo addirittura indossare la divisa di una rivale.

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Per fortuna, come tutti sapete, Moyes riuscì a convincere Rooney a restare all’Old Trafford e a continuare quel percorso che, inevitabilmente, lo porterà ad essere considerato una delle più grandi leggende del club. La stagione si rivela la più difficile degli ultimi vent’anni per lo United, ma Rooney dimostra di poter lottare anche in una situazione difficile come quella creatasi nell’annata 2013/2014.

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Il fuoriclasse inglese diventa il giocatore più prolifico nella storia dei derby di Manchester, realizzando su calcio di punizione il goal della consolazione nell’amaro 4-1 subito in casa del City. Successivamente, continua a realizzare diversi goal e diversi assist decisivi, come quello che porta al goal-vittoria di Robin van Persie contro l’Arsenal, e aiutando la squadra a superare senza difficoltà il girone della UEFA Champions League.

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Nel periodo natalizio, dopo aver buttato diversi punti nei primi mesi, Wayne aiuta la squadra a riavvicinarsi un po’ alla cima della classifica propiziando una grande rimonta in casa dell’Hull City con un goal meraviglioso da fuori area, che ricorda molto da vicino quello realizzato anni prima contro il Newcastle United. E anche l’autogoal di James Chester, che firma il definitivo 3-2, è causato da un suo ottimo movimento che manda in crisi l’ex difensore dello United.

Purtroppo, i mesi successivi portano il Manchester United alla prematura eliminazione in FA Cup, seguita anche dalla sconfitta ai rigori nella semifinale di Capital One Cup contro il Sunderland, ma soprattutto vedono i Red Devils allontanarsi irrimediabilmente dalle posizioni di testa.

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Rooney continua, comunque, a brillare e a realizzare goal da cineteca come il splendido tiro al volo in casa del Crystal Palace, ma soprattutto come la rete che realizza ad Upton Park contro il West Ham United, destinata ad entrare nella storia della Barclays Premier League. Rooney raccoglie un lancio proviente dalla difesa e, da metà campo, calcia incredibilmente al volo verso la porta avversaria. Il portiere Adrián viene colto di sorpresa e tanta goffamente di recuperare la posizione, vedendosi superato dall’incredibile tiro del numero 10 dello United. Un goal che, per la distanza, ricorda quello famoso realizzato da David Beckham (presente allo stadio), sempre a Londra, nell’Agosto del 1996.

Nel frattempo, lo United approda ai quarti di finale della UEFA Champions League – dopo una rimonta mozzafiato contro i greci dell’Olympiacos negli ottavi – e si gioca praticamente tutta la stagione contro i Campioni d’Europa e del Mondo del Bayern München. Nonostante i pronostici siano tutti in favore dei Bavaresi, i Red Devils giocano alla pari e arrivano al match di ritorno dell’Allianz Arena con i giochi ancora aperti.

Come accaduto nel confronto di quattro anni prima con i tedeschi, però, Rooney arriva al match di ritorno in pessime condizioni fisiche e, nonostante scongiuri un infortunio che rischiava di fargli saltare l’incredibile, non riesce a guidare la squadra alle semifinali. Il sogno europeo e, di fatto, l’ultimo obiettivo stagionale rimasto svaniscono a Monaco di Baviera. Ancora una volta.

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Il finale di stagione è storia recente. David Moyes e il Manchester United si separano dopo la brutta sconfitta in casa dell’Everton, con Ryan Giggs che arriva a ricoprire il ruolo di giocatore/allenatore negli ultimi quattro match della stagione (il primo goal con Giggs alla guida lo realizza proprio Rooney). Lo United termina la stagione al settimo posto, fuori dalle coppe europee per la prima volta dopo ben 25 anni.

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In estate arriva alla guida del Manchester United l’esperto e vincente Louis van Gaal che, oltre a rivoluzione gran parte della rosa, riconferma la fiducia a pochi della cosiddetta vecchia guarda, fra cui lo stesso Wayne Rooney, Il manager olandese promuovo Wazza come capitano, legittimando la sua leadership della squadra, e mostrando di avere la massima fiducia nelle sue capacità; sia calcistiche che umane.

L’inizio della stagione è stato tutt’altro che positivo, ma c’è da scommettere che un fuoriclasse meraviglioso come Wayne Rooney – accompagnato dall’arrivo di top player come Ángel Di María e Radamel Falcao e dall’amico/compagno d’attacco Robin van Persie – potrà sicuramente risollevare le sorti della squadra, riportandola ai livelli che le competono.

Questa è, finora, la storia di Wayne Rooney con la maglia del Manchester United. Ma siamo sicuri che le cose più belle della sua carriera con i Red Devils non solo non sono finite, ma che il meglio deve ancora arrivare. There’s only one Wayne Rooney!

Marco Antonucci

Bio di Red Army Italy

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