martedì , 23 Aprile 2024
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Finalmente ritorna la Premier League: come esce lo United dal lockdown?

Dopo oltre due mesi senza calcio, abbiamo dovuto forzatamente inventarci una nuova esistenza, che non fosse scandita dal calcio d’inizio di una partita nel weekend o dalle conferenze stampa degli allenatori e tutte quelle abitudini tipiche del calciofilo che si rispetti.

Ma, in seguito a non pochi dibattiti che hanno avuto come centro della discussione l’esito della stagione calcistica 2019/20 , si è giunti alla decisione che si può, anzi, si deve continuare. In ballo ci sono non solo i destini di tante squadre, ma anche grosse somme di danaro.

Il rapporto annuale sullo stato delle finanze calcistiche da parte del Deloitte Sports Business Group, che solitamente riconferma la prosperità della Premier League e dei club che vi militano, ha evidenziato un netto cambiamento, com’era prevedibile dopo la pandemia globale.

Come ha già avvertito il vicepresidente esecutivo del Manchester United, Ed Woodward, per un po’ non “andrà come al solito”.  In una chiamata trimestrale con gli investitori il mese scorso, Woodward ha dichiarato che “sono tempi senza precedenti” e ha ammesso che le ripercussioni della pandemia di coronavirus si sarebbero verificate in tutta la comunità calcistica.

Il ritorno all’azione della Premier League, previsto per la prossima settimana, eviterà le previsioni più oscure del disastro che si dirige verso lo sport, ma è solo una piccola ricompensa.

Il rapporto Deloitte prevede che il costo della pandemia per i club della Premier League sarà di 1 miliardo di sterline, con la metà di ciò che è andata persa per sempre e il resto “differito” fino all’esercizio 2020/21, a causa dell’estensione di questa stagione.

La buona notizia per lo United è che non solo sono tornati in cima alla classifica delle entrate dei club della Premier League, portando a 627 milioni di sterline, ma hanno speso solo il 56% di quello per i salari, ben al di sotto della soglia UEFA del 70% che funge da orientamento per la salute finanziaria di una squadra di calcio.

I preparativi finali sono in corso mentre il Manchester United si prepara per il tanto atteso ritorno all’azione in Premier League.

Con l’amichevole contro lo Stoke City cancellata per un sospetto caso di positività riguardante gli avversari, manca una sola settimana al ritorno in campo. Ole Gunnar Solskjær e la sua squadra viaggeranno verso Londra per la loro prima partita dopo tre mesi, contro il Tottenham Hotspur di José Mourinho. Una sfida non da poco, per la quale la selezione della squadra dovrà essere perfetta.

Con solo nove partite da disputare in questa nuova mini-stagione, l’intensità sarà amplificata ed ogni singolo incontro rappresenterà per lo United una finale. Essendo passato così tanto tempo dall’ultima gara giocata, è comprensibile che le squadre appaiano in campo un tantino arrugginite, ma ciò non toglierà fascino alla sfida.

Lo United vuole mantenere il fatto di essere imbattuto nelle ultime 11 partite, che ha visto 9 partite senza subire goal, ma Solskjær non può semplicemente aspettarsi che la stessa squadra – che ha difeso così bene a Marzo – continui da dove era stata interrotta.

Bailly ha ben impressionato nella sfida di Stamford Bridge contro il Chelsea del 17 Febbraio

A proposito di difesa, di recente è fomentato il dibattito che vuole la titolarità di Eric Bailly, la sua agilità e il suo ritmo difensivo possono rappresentare potenzialmente un vantaggio chiave nel garantire che il suo mentore José Mourinho subisca un frustrante ritorno alle competizioni ufficiali.

Anche il Tottenham arriva alla sfida chiaramente in forma dubbia, e sa che un risultato positivo è essenziale se vogliono mantenere vivo il barlume della qualificazione in Champions League, quindi lo United deve essere pronto a punirli in contropiede.

Con artisti del calibro di Daniel James, Marcus Rashford e Anthony Martial in attacco, lo United possiede il potere di attaccare per spaccare qualsiasi difesa, ma sa che un tale approccio non può avere successo senza solide basi.

Un’altra partnership che sta stuzzicando la curiosità dei tifosi dei Red Devils ma non solo, è sicuramente Paul Pogba – Bruno Fernandes. Secondo le indiscrezioni, pare che Ole Gunnar Solskjær stia pianificando di usare Paul Pogba in un ruolo da numero 10, con Bruno Fernandes in una posizione più profonda nel centrocampo del Manchester United.

Pogba e Fernandes non hanno ancora giocato insieme per lo United da quando il nazionale portoghese ha firmato un contratto da 67,7 milioni di sterline dallo Sporting CP nella finestra di mercato di Gennaio. Ma, con l’interruzione a causa della pandemia di coronavirus, Pogba ha avuto il tempo di riprendersi dall’infortunio alla caviglia ed è ora sulla retta via per svolgere un ruolo chiave nel resto della stagione dello United.

Pogba e Fernandes hanno già avuto il tempo di familiarizzare tra loro nelle sessioni di allenamento dello United da quando i giocatori sono tornati a Carrington in gruppo il mese scorso. Inoltre, secondo il quotidiano The Sun, Pogba pare abbia offerto una “prestazione impressionante” giocando in quel ruolo nella partita di allenamento all’Old Trafford dello scorso Sabato, fra United A e United B.

Sarà sicuramente surreale tornare a giocare ad estate inoltrata, a ritmi serrati e con le trattative di mercato che impazzano parallelamente. Nomi caldi sono sicuramente quelli di Kai Havertz, Jack Grealish e Donny van de Beek, nella ricerca di un playmaker.

Tuttavia, il nome che incendia l’immaginazione di molti tifosi è quello di Jadon Sancho, il quale, a detta di molti, renderebbe lo United competitivo su tutti i fronti, se anche Pogba alla fine restasse nel club mancuniano.

Ma addentrarsi nei meandri del calciomercato con una stagione ancora tutta da decidere ci sembra utopistico, perciò ragioniamo di partita in partita, ritorniamo a goderci il nostro amato calcio, la nostra amata Premier League, restiamo nel qui ed ora, testa a Mourinho e agli Spurs.

di Maria Russo

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